Ho sempre amato in maniera particolare la pittura ad affresco, per la fisicità della sua materia, per la complessità delle sue stratificazioni, per le trasformazioni solo parzialmente controllabili che accompagnano il fissarsi dei pigmenti; in una parola, per la sua natura alchemica. L’affresco era già alla radice di alcune mie tele di oltre vent’anni fa, in cui esploravo sotto forma di sinopia la possibile memoria delle dissonanti eleganze manieriste. E all’affresco ho dedicato non poca parte della mia attività più recente,sperimentandone anche applicazioni non strettamente parietali. Intervenendo nella Torre del CID a Torviscosa, ho fatto appello a questa tecnica per rendere il mio sentimento di un luogo atipico, vicino eppure sconosciuto, difficilmente afferrabile. Come l’ambiguo rapporto dei singoli mezzi pittorici con il loro globale risultato espressivo.
(Fotografie opere ambientate: Gianni Benedetti)